martedì, giugno 06, 2006

RICETTA D'ARTIFICIO !!!!!!!!!! N°5 (credo)




LA TORTA FRITTA

Tolì soquant psigòtt
‘d faren’na ben
sdassäda che pò la va
stempräda
con l’acqua dal sambòt;

zontigh na preza äd säl
e vunna d’alvador,
pò cominci ‘l lavor
par fär l’impast uguäl.

Quand al paston l’è pront,
as ciapa la canela
(intant, int la padela
as mètta a scaldär l’ont),

tirì la pasta, miga
sutila cme la fojäda
che pò la va tajäda
a quädor, sensa riga.

Se l’ont l’è cäld, provì
A mèttron zò soquant :
Se ‘l frìzzer l’è brillant
alora seguitì.

Par fär un bel lavor
Stì pront con la forsen’na
a rigirärla, apen’na
l’abia ciapé color.

Pò, sensa tant spetär,
tirila su scoläda
e, sgionfa e profumäda,
l’è pronta da magnär.

Se pò la’s vol compida
e fàrog la pariglia,
se stura na botiglia
dal pu bon fiol dla vida,

in companìa d’un pär
äd fètti ‘d spala cota…
Acsì ‘s pol fär gnir nota
sensa reclam da fär!

Questa volta ho pensato di rendere un po' più complicato il concorso perchè vedo che con le lingue mondiali è troppo facile!
Ho a che fare con dei secchioni!!!!!!!
Di conseguenza, mi butto sul dialetto parmigiano per l'ultima edizione del
CONCORSO D'ARTIFICIO, prima della pausa ferie (luglio).
Ho trovato tra i miei libri questa versione poetico-dialettale di un prodotto che da noi d'estate si mangia ovunque, insieme al salume ed a una bottiglia ghiacciata di vino Fortana (dolce).
Ormai come funziona il tutto, lo sapete;
quindi:
....pronti....attenti....VIAAAAAAAAA!

CHE VINCA IL MIGLIORE!

9 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao Cuochetto preferito! ero ad Alba: grazie della visita! ora sono di corsa, ma poi torno con più calma!
cfc (tak - ghat)

Gloricetta ha detto...

Ciao Berso, ti mando la traduzione per e-mail. Non so se il procedimento è quello corretto, ma non ho resistito e ho tradotto subitaneamente.Glò

Unknown ha detto...

BRAVA GLORICETTA!
questo è quanto m'ha inviato per mail, ed è giusto!

Prendi alcuni pizzichi di farina
ben setacciata che poi và stemperata
con l’acqua del pozzo.

aggiungi una presa di sale
e una di lievito
poi cominci a lavorare per fare l’impasto uguale.

Quando il pastone è pronto
si prende il mattarello
(intanto nella padella si mette a scaldare lo strutto),

Tirate la pasta non sottile come la sfoglia
che poi va tagliata a quadri, senza riga.

Se lo strutto è caldo, prova a metterne giù
alcuni; se frigge in modo brillante allora procedi.

Per fare un bel lavoro
stai pronto con la forchetta e rigirala, appena
ha preso colore.

Poi senza tanto aspettare
tirala su scolata e gonfia e profumata,
è pronta da mangiare.

Se poi vuoi completare l’opera,
si apre una bottiglia
del più buon figlio della vite.

In compagnia di un paio
di fette di spalla cotta...
Così puoi far venir la notte
senza reclami da fare.

Anonimo ha detto...

Forse era più facile quello in arabo!
Ciao

Unknown ha detto...

BUONGIORNO!

non c'è più niente di difficile!

qui ci sono dei madre-lingua ovunque!

Anonimo ha detto...

Io ci provo, anche se come dicono a casa che il mio dialetto è un pò incasinato. Ciao Mara
P.S.
La ricetta te lo mandata per e-mail

Gloricetta ha detto...

Ciao Berso, non so se hai notato che il mio è stato un delirio notturno, ma questo è servito a battere sul tempo chicchesia. Lo so che la mia vicinanza a Parma mi ha aiutata notevolmente, ma io che non sono per niente poliglotta, dovrò ben sfruttare queste conoscenze dialettali. Grazie per il divertente omaggio alla nostra terra (a Piacenza si chiama anche gnocco fritto).
Appena la trovo, ti prometto un post con un'altrettanto bella poesia del Faustini sui tortelli con la coda.

Gloricetta ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Scribacchini ha detto...

La mia nonna (ferrarese sul confine mantovano) li chiamava pinsin mentre dei suoi parenti di Carpi Gnocco fritto, come a Reggio.
Però il pozzo mi aveva fregato e, anche senza la scusa dei problemi di blogger, avrei dovuto: donner ma langue au chat
At salud, Remy